La zona della Villa destinata a giardino, circa tre ettari, era probabilmente sin dalle origini suddivisa in quattro scomparti verdi scanditi da piante di agrumi in vaso.
La sua espansione e il suo ampliamento si attestano sui due assi principali (sud-nord, est-ovest) lungo i quali si compiono ingenti ed onerosi lavori strutturali: vi vengono collocate le fontane di Galatea e di Nettuno, edificate le serre degli “anenassi”, dei “semplici” e degli “agrumi”, esteso e potenziato l’impianto di irrigazione e dei giochi d’acqua.
Con il diffondersi, nel XVIII secolo, del gusto d’oltralpe per gli alberi a foglia caduca e con l’introduzione in Lombardia del carpino, nasce la “carpinata”. La nuova interpretazione del classico siepone nella Villa di Lainate trova ampia applicazione in un lungo percorso a U, costituito da un doppio filare di carpini con i rami intrecciati e potati a volta.
Oltre 300 carpini sono stati ripiantumati, per ridare al Parco una galleria larga oltre 4 metri e alta altrettanti, per circa 800 metri di lunghezza totali.
Una serie di tassi, un tempo rigidamente potati a piramide tronca, creano tuttora il “Teatro di Verzura”, teatro naturale destinato a rappresentazioni musicali e teatrali.
La nascente attenzione verso il giardino paesaggistico o all’inglese e la sua forte diffusione agli inizi del XIX secolo consente, nel 1808, all’architetto Luigi Canonica la configurazione del “nuovo boschetto” animato da modesti dislivelli del terreno, con scomparti verdi ad andamento irregolare e con prevalenza di piante ad alto fusto e cespugli.
Ai lati dell’Esedra con la nicchia del gruppo scultoreo in cotto del “Ratto delle Sabine o di Proserpina” erano collocate due serre fredde destinate al ricovero invernale degli agrumi e, successivamente, due serre calde per le specie esotiche. Da una descrizione redatta nel 1840 dal botanico Linneo Tagliabue si ha notizia della grandi varietà di piante a dimora: ananas, banani, caffè, tamarindi, palme, e ancora orchidee, ibisco e gardenie. Di notevole interesse anche due Serre in ferro e vetro in Stile Liberty, oggetto nel 2015 di un imponente piano di recupero che ha ottenuto il finanziamento di un milione di euro da Fondazione Cariplo.
Oggi si contano nel Parco alberi appartenenti a 56 specie differenti e arbusti, classificati in 15 specie. Da un raro Ginko Biloba la cui probabile messa dimora risale al 1850-55, ad alcuni Cedri dell’Atlante, dalle Magnolie grandiflore, alle Querce, ai Bagolari.
Epoca di costruzione: sec. XVI - sec. XX
Autori: Luigi Canonica e Giuseppe Tramajoni
Estensione: 40.000 mq.